Per noi dell’Opera Messa del Povero Fratel Egidio è stato un riferimento costante di abnegazione alla causa dei più deboli. Rimarrà sempre nei nostri cuori con il sorriso che lo contraddistingueva, con quella gioia che sapeva trasmettere e quella generosità senza limiti. I suoi amici poveri del Centro Andrea sono venuti ieri, dopo la mensa, a salutarlo prima della partenza per il suo ultimo viaggio verso la Casa Celeste. Là tra i Santi che tanto amava, continuerà a vegliare su di noi e ad illuminare come una stella il nostro cammino. Ora ci chiede di portare avanti il testimone, secondo le nostre forze. La famiglia “Messa del Povero” lo ricorderà per la dedizione all’Opera, per la bontà, generosità e umiltà. Egli aveva sempre una parola buona per tutti, in modo particolare per i poveri. Ha dato Amore gratuitamente a tutti, proprio come Gesù.
A Lui essenzialmente dobbiamo la continuità di quest’opera, con l’assegnazione di una nuova sede, quando si dovette abbandonare la originaria, presso l’Opera Pia Lotteri, per l’inagibilità dei locali, stante l’aumento dei partecipanti. L’attuale edificio, in Largo Tabacchi, ad un tempo cappella e locale per la mensa, è stato da Lui denominato Centro Andrea, in memoria di un bimbo prematuramente morto dopo poche settimane di vita, figlio di due sposi tra i più attivi giovani volontari impegnatisi nella Messa del Povero. Questa dedica è densa di significati, è come un omaggio alla vita, nei nostri tempi così minacciata, sin dal suo primo sbocciare, o nel suo declinare, e proprio in quelle situazioni di rischio e di vecchiaia, in cui molti assistiti dell’Opera possono trovarsi. In particolare fr. Gustavo ha non solo curato la formazione dei giovani impegnati nell’Opera, da Lui denominati volontari lasalliani, ma li ha seguiti con amore paterno, nella prospettiva di un loro inserimento nell’Unione Catechisti, come ebbe più volte a dichiarare. Ricordiamo dal suo testamento: « Ho incontrato Gesù!! Mi ha fatto vedere le Sue sante Piaghe prima ancora che io gli facessi vedere le mie così penose ». « Le Sue sante Piaghe che ho adorato ogni giorno e più volte al giorno, e mi ha detto che anche se anch’io avevo concorso e quanto! a fargliele, esse erano la mia salvezza. Ho incontrato la Mamma sua e mia: mi ha aperto le braccia, e dimenticando tutto di questo povero figlio, mi ha accolto come se accogliesse Gesù! » «Ringrazio Dio, e ringraziaLo anche tu con me, perché mi ha chiamato ad essere FRATELLO delle Scuole Cristiane e, non solo!, ma mi ha tenuto nella vita religiosa: quante volte avrebbe dovuto allontanarmi!! Non ho nulla di mio! Ringrazio Dio che mi ha fatto nascere povero e che mi ha concesso, per grazia Sua, di non cercare le comodità e il benessere. Le malattie così varie e così precoci mi hanno tolto tante velleità, tanti desideri di star bene e di usare delle cose di questo mondo: è stata una grande grazia! Senza merito mio! Ai “POVERI” di Dio che ho conosciuto nella “Messa del Povero” il saluto più affettuoso: vi ho amati e qualche piccolo sacrificio l’ho fatto per voi, e questo senza presunzione e senza vanto. Quanti segni di affetto mi avete dato in vita: ora li ricambio a voi tutti con la carezza, l’abbraccio, il servizio, il dono, il bacio. Vi sarò vicino nella vostra vita tribolata. Continuino le Suore, i Catechisti, i Salesiani, i Fratelli, tutti i volontari Lasalliani, gli amici e tutti quanti, a volersi veramente bene.